Io, militante donna transessuale, tra gli sguardi “inquisitori” della sinistra radicale

Per capire quanto ancora la sinistra – anche quella che si auto definisce “radicale” – viva ancora di pregiudizi, racconterò la mia storia di candidata e militante transessuale. Durante la Campagna Elettorale, mi sono impegnata anche per “Un’altra Europa con Tsipras” lista che ho votato alle Europee.
Ho lavorato per la lista e sostenuto alcuni candidati che conosco e di cui mi fido. Subito dopo le Europee mi sono iscritta al Gruppo Operativo Tsipras Firenze, dove ho partecipato a cene per sostenere le spese della campagna elettorale e a riunioni organizzative. Non nascondo di essermi sentita sempre fuori posto, i “compagni” e le “compagne” spesso mi guardavano con insistenza come se venissi da un altro pianeta.

Una sera, ad esempio, sono andata al cinema con un’amica, ed ero vestita come si vestono tante donne “normali”. Verso le 23 siamo andate a un’incontro del gruppo Tsipras; qualcuno mi ha bacchettato perché (a suo dire) portavo tacchi troppo alti. Che scandalo!
La verità è che c’è tanto bigottismo in questa sinistra, che spesso è composta da persone che hanno sempre campato di sola politica e non hanno mai provato l’ebrezza di un giorno di lavoro.Persone abituate a relazionarsi con una transessuale solo quando si tratta di contrattare prestazioni sessuali a pagamento.

Ho sempre avuto l’impressione di essere vista come un essere strano, uscita fuori da chissà dove. Io che non ho nessuna tessera, non sono iscritta a nessun partito per scelta, proprio per avere la libertà di criticare quello che non ritengo giusto senza dover rendere conto a nessuno. Io che ho deciso di liberare la mia vera essenza, che viveva intrappolata nel mio corpo, anche lì, senza dover rendere conto a nessuno.
Circa due settimane fa ho chiesto a una referente del Comitato se era possibile creare un gruppo sui Diritti delle donne, visto quello che è successo in Europa con il Rapporto Estrella, e sui diritti LGBTIQ, vista la persecuzione di persone omosessuali e transessuali in alcuni paesi europei, Italia inclusa.

Ho ricevuto questa risposta: «Ci sono già troppi gruppi (sono 4) e le persone sono poche». Ma a giudicare dalla mole di mail che ricevo non si direbbe. E aprendone una ho trovato quella di una militante che propone un gruppo sui diritti delle donne, solo delle donne. Le risposte sono tante e tutte entusiastiche: “Ottimo, interessante, io partecipo…”. Ho pensato che il problema fossi io, quindi ho deciso di cancellarmi dal Gruppo e dalle newsletter.

L’Altra Europa? Non mi sembra né diversa né migliore delle altre, almeno sui temi dei diritti LGBTIQ. Ma si sa, le priorità sono altre.

Già Immagino i messaggi che mi arriveranno: “Soffri di manie di persecuzione – ti abbiamo sempre voluto bene – io ti ho pure votata”. Quando alla “sinistra radicale” si fanno notare certe contraddizioni, o si passa per matti o si è sicuramente in mala fede. La verità è che i pregiudizi e i retaggi culturali non si cancellano sventolando bandiere rosse e riempiendosi la bocca di retorica, perché quando gli sguardi restano “inquisitori” le casacche diventano tutte uguali. Auguro tutto il bene possibile alla Lista Tsipras, anche se temo che di questo passo la “sinistra radicale” dovrà contare i decimali.

Io proseguirò le mie battaglie da sola e con chi le condivide davvero, continuando a sensibilizzare le persone perché un domani quegli sguardi cambino per sempre.


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