Entra un ragazzo africano,alto bello,cerca di vendere fazzolettini di carta per racimolare qualche spicciolo.
Io faccio finta di non guardare,ho pochi soldi non lo posso aiutare.
Lui si avvicina a tutti ma nessuno compra niente; poi un signore molto garbato, tira fuori delle monetine, gliele dà e gli dice:"Tieni,basta che te ne vai affanculo". Lui prende le monetine impassibile, le mette in tasca e poi si avvicina a me.
Sono raffreddata, ho la borsa piena di kleenex, non me ne servono altri penso, ma poi prendo quello che ho nella borsa e glielo do, pazienza,casa mia è vicina, tornerò a piedi invece di prendere l'autobus.
Lui fa per uscire, poi torna indietro e mi sussurra :"Tu sei bella".
So cosa intendeva, non si riferiva al mio aspetto fisico, ha capito che eravamo uguali.
Ha capito perché soffre, perché si soffre.
La mia sofferenza è la sua...e forse la nostra.
La sofferenza di noi avanzi di vita, oggetti e pelli da usare e poi buttare.
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